Il Ministro per le Riforme Costituzionali

Dice il Ministro Boschi che «una piccola minoranza pensa di far perdere la pazienza al Governo o a Renzi ma se va avanti così il rischio è che siano gli italiani a perderla». Fa probabilmente riferimento a quelle sacche folcloristiche di resistenza parlamentare ma più in generale forse a tutto quel tessuto sociale che sta disturbando il manovratore.

Dunque, secondo lei, questo Governo risponde alla forte richiesta di cambiamento che era arrivata dai referendum sui beni pubblici del giugno 2011, dalle amministrative del maggio 2012 e anche dalla straordinaria partecipazione alle primarie del centrosinistra del dicembre dello stesso anno (al di là del risultato, ovvero l’elezione di Pierluigi Bersani n.d.r). Siamo sicuri ministro? Era proprio questo il cambiamento che avevano in mentre gli italiani che si sono mobilitati negli ultimi 3 anni? Purtroppo il risultato eccezionale alle europee la autorizza – da dirigente pd – ad alzare un po’ la cresta. E dico “un po’”, mica tanto, perché una serie di problemi restano tutti sul tavolo:

il fatto che il Presidente del Consiglio non sia stato eletto da nessuno ma che abbia ricevuto un mandato diretto dal Presidente della Repubblica in quanto segretario del partito di maggioranza, io credo sia un problema.

Il fatto che il parlamento sia stato dichiarato illegittimo, in quanto eletto con una legge incostituzionale, io credo sia un altro grosso problema di sostanza, non di forma. E a dirlo non è Laikablog.it ma la Consulta. Non c’è solo una questione di incostituzionalità del premio di maggioranza ma c’è il giudizio di “illegittimità” della legge elettorale che ha eletto tre Parlamenti, il Capo dello Stato e una parte della Corte Costituzionale. Ci siamo?

Ora, quale credibilità hanno questi soggetti politici per riformare la Costituzione della Repubblica? La risposta è NESSUNA.

Boschi è preoccupata che qualche sabotatore voglia ostacolare il cambiamento auspicato dalle masse: a quale cambiamento si riferisce? Al sacco del welfare? Al lavoro che viene portato via dall’Italia senza che nessuno batta ciglio? Alla riforma del Senato? E’ questo ciò che vi hanno chiesto? Una camera che non decide nulla, di non eletti, formata da Governatori? Fra l’altro proprio dalle Regioni sono arrivate le indagini più assurde, le denunce per le appropriazioni indebite, le truffe, i saccheggi senza alcun ritegno. Quante amministrazioni sono finite sotto processo? Quanti amministratori sono stati condannati? E voi vorreste svuotare il Senato da persone elette da noi per metterci questi personaggi? Magari coperti da una bella immunità parlamentare. E poi?

Cosa volete fare per fermare l’emorragia di lavoro e di reddito? Cosa volete fare per i principali beni comuni del Paese, per l’acqua, per le energie, per le infrastrutture, per l’ambiente? Cosa volete fare per la salute pubblica? Cosa volete fare per la ricerca, per il diritto allo studio, per la scuola? Cosa volete fare per gli interessi italiani all’estero? Cosa volete fare per il Mediterraneo, ns maggiore area di influenza? Cosa volete fare per sostenere e difendere la pace? Quale modello di società avete in mente? Ci sono centinaia di domande alle quali dovete rispondere prima o poi, caro ministro. E fino a quando non lo farete vi troverete il nostro dito puntato contro, un atto di accusa che non può essere eluso con una battuta o una frase fatta buona solo per i giornalisti. Il vostro problema più grosso, mi creda, non saranno le pagliacciate in Parlamento di qualcuno che vuole assicurarsi una poltrona per domani. Nelle città, nei tribunali, nelle piazze, negli ospedali, nelle scuole, nei campi troverete sempre noi alla fine.

“[...] non potranno mentire in eterno. Dovranno pur rispondere, prima o poi, alla ragione con la ragione, alle idee con le idee, al sentimento con il sentimento. E allora taceranno: il loro castello di ricatti, violenze e di menzogne crollerà.” Pier Paolo Pasolini, La Forza della Ragione

 

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