Dopo la buona riuscita dello sciopero generale del 6 settembre contro la manovra economica del governo – e in particolare contro l’art. 8, che cancella in un solo colpo il diritto del lavoro e le tutele dei contratti nazionali e dello statuto dei lavoratori – riteniamo sarebbe stato più opportuno un rilancio dell’iniziativa politica e sindacale della CGIL per una mobilitazione ampia, che puntasse allo stralcio dell’art. 8 e all’approvazione di una manovra di segno diametralmente opposto e che colpisse coloro che la crisi l’hanno provocata. Invece riceviamo la dichiarazione unitaria firmata il 12 settembre in cui certo si valuta ingiusta, inadeguata e iniqua la manovra predisposta dal Governo, nonché l’art. 8, ma non si va oltre il giudizio negativo; la naturale conseguenza di tali giudizi ci aspettavamo avrebbe portato la segreteria nazionale della Fisac a richiedere di modificare la manovra e lo stralcio dell’art. 8 nello spirito della piattaforma dello sciopero generale. Rimaniamo ancora più increduli di fronte ai successivi impegni sottoscritti, quelli relativi ad una generica richiesta ad ABI ed ANIA di non dare applicazione dell’art. 8 e di estendere l’accordo interconfederale del 28 giugno anche alle nostra categorie. L’accordo del 28 giugno non attende ancora l’approvazione tramite voto certificato delle lavoratrici e dei lavoratori delle aziende appartenenti a Confindustria? Non è incompatibile l’accordo del 28 giugno con l’art. 8 della manovra sostenuto o non osteggiato sia da Confindustria sia da Cisl e Uil? Con quale valutazione si può credere che le aziende non applicheranno una norma di legge a loro più favorevole rispetto ad un accordo ancora tutto da costruire nei nostri settori? Ma soprattutto, qual è la partecipazione, quale il consenso ottenuto dalle lavoratrici e dai lavoratori dei nostri settori rispetto all’applicazione dell’accordo del 28 giugno? Come si può affermare di “confermare il valore delle regole di democrazia che unitariamente ci siamo dati” senza aver ricevuto alcun mandato democratico dai lavoratori che si intende rappresentare? Quale valutazione è stata fatta delle conseguenze dell’applicazione dell’accordo del 28 giugno riguardo alla difficile trattativa per il rinnovo dei contratti nazionali degli assicurativi e dei bancari?
In quanto delegati della Fisac non possiamo accettare di buon grado che il segretario generale sottoscriva una dichiarazione di questa importanza, su contenuti che non siano stati adeguatamente discussi nei comitati direttivi, né siano stati oggetto di consultazione democratica nel settore. Questa modalità è contraria al nostro modo di intendere l’attività sindacale e giudichiamo necessaria ed urgente l’apertura di un confronto all’interno dell’organizzazione e soprattutto nei luoghi di lavoro, così come prevede lo Statuto della CGIL.
Fra i primi firmatari:
Aljosha Stramazzo, RSA Generali Group
Aldo Sebastiani, RSA Intesa Sanpaolo di Novara
Alessandro Cubello, RSA Monte dei Paschi di Siena
Enzo La Montagna, RSA Banca C.R.Asti
Enzo Morese, Coord. Territorial UniCredit
Fabio Finiguerra, RSA Monte dei Paschi di Siena
Maria Falcitelli, RSA Generali Group
Mario Ollino, RSA Banca C.R.Asti
Marta Cimino, RSA Monte dei Paschi di Siena
Massimo Scocca, RSA Reale Mutua Assicurazioni
Patrizia Di Palma, RSA Societe’ Generale Securities Services
Roberto Ferradini, RSA Monte dei Paschi di Siena
Roberto Pozzati, RSA Banca Reale
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