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Com’è che ci capiamo così bene, io e te? Sarà che tu sei una cagnetta spaziale, una ‘cosmo-canide‘ e io un sognatore coi piedi poco piantati per terra. Oppure soltanto che tu sei gentile e mi guardi sempre come se capissi perfettamente e condividessi i miei pensieri, le mie preoccupazioni.
Capita invece che con gli altri umani non ci sia sempre questo tipo di totale condivisione (“e per fortuna!“, mi dirai tu). Il nostro discorso di ieri, per esempio, mi ha procurato una chiacchierata interessante con un bravo ed acuto compagno, il vecchio Camilo. Per farla breve, lui non era convinto che questo governo e questa classe dirigente, con la loro azione, non stiano dando una prospettiva precisa alle persone. Mi faceva notare come molti fossero soddisfattissimi del bonus da 80€ e che in tanti si sarebbero coagulati attorno all’ottimismo del Premier. Pensa, per esempio, alla pagina del Corriere comprata da quei 200 per sostenere Matteo Renzi: rappresentano certamente una fetta di Italia che è molto soddisfatta di quello che si sta facendo. I risultati elettorali di europee e amministrative, confortano questa sensazione.
Ronald Reagan

Ronald Reagan

Ho un po’ banalizzato per riassumere e tagliato per i campi, ma il senso era più o meno questo. Ora, a me non sfugge, cara Laika, che questa situazione e questi indirizzi a qualcuno stiano molto bene: sono le ricette che negli anni ’80 hanno portato a concentrare ulteriormente le ricchezze nelle mani di pochi, declinate dapprima negli USA di Reagan e dal Regno Unito di Margaret Thatcher, poi da quasi tutto l’occidente. Siamo nella parte del globo in cui il 5% della popolazione mondiale consuma quasi il 50% delle risorse del pianeta: ci credo che molti vedono con favore certe politiche.

Vedo dal tuo sguardo che qualcosa non ti convince del tutto: ‘non si chiamano mica tutti John Elkann, Sergio MarchionneDella Valle, Montezemolo, Marcegaglia, ecc!‘. Hai ragione, è vero. Ma non sottovalutare l’illusione, la grande promessa, forse l’unica vera speranza che questo governo ti da: tu potresti essere uno di loro un domani, se ti comporti bene, se fai quello che ti si dice, se ti adegui. Se sei spregiudicato, pronto a tutto, determinato, puoi. Yes, you can. Ora ci sei?
A me fa venire in mente la scena meravigliosa di Full Metal Jacket in cui il classico colonnello americano dice al soldato Joker: “Noi siamo qui per aiutare i vietnamiti, perché dentro ogni muso giallo c’è uno che sogna di diventare americano“. Sicuri che si parli del Vietnam? Siamo noi quei piccoli musi gialli, siamo noi che sogniamo di diventare – anche noi un giorno - americani (e ricchi).
A volte vorrei poterti dire di avere visto navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione oppure i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. Invece ho visto uomini e donne ultrasessantenni dover lavorare ancora perché non hanno maturato i requisiti per una pensione cimiciosa. Ho visto bidelle, con 4 interventi alla schiena e 40 anni di lavoro, tirare la scopa nelle scuole pubbliche per 800€ e neanche un buono per la pausa pranzo. Ho visto uomini che lavorano andare a chiedere cibo alla Caritas per poter sfamare i marmocchi. Ho visto gente giovane, con neanche 20 anni di lavoro ed un contratto a tempo indeterminato, licenziarsi dopo una riorganizzazione perché non potevano più sopportare i nuovi carichi, i nuovi turni, il nuovo stress. Ho visto una marea di uomini fra i trenta ed i quarant’anni crollare, finire sotto psicofarmaci, in reparto psichiatria, perché si sentono soli ed impotenti di fronte ad una vita opprimente che li ha travolti come una valanga. Ho visto un esercito di disoccupati, cassintegrati, che comunque si sposano e si fanno una famiglia con l’aiuto di genitori e nonni perché in qualche modo ci si deve adattare.
Ecco, ricordi l’immagine delle persone alla finestra di cui parlavamo? Laddove ti saresti aspettato una reazione – anche rabbiosa – delle persone, in realtà abbiamo visto un grande senso di adattamento. Ci si accontenta. Si tira avanti lo stesso. Io penso che tutto questo sia diverso dal vedere un futuro, io questo lo chiamo ‘sopravvivere‘. Io penso che non siamo obbligati ad accettare tutto questo, non siamo nell’unica realtà possibile.
Chiedere una vita migliore per noi e per le persone che amiamo è possibile, questo si. 
fioriVolere essere felici è possibile. 
Essere pieni di speranze e desideri è possibile.
Un lavoro che sia conciliabile con la vita è possibilissimo. Siamo nel terzo millennio, mandiamo le astronavi nello spazio!
Avere un salario che ti permetta di campare, farti dei figli (se lo desideri) e farti le tue vacanze è possibile.
Città e paesi a misura di uomo e di bambino sono possibili.
Ospedali in cui farsi curare senza pagare (perché paghi le tasse!) sono possibili.
Una amministrazione pubblica limpida, sburocratizzata, senza corruzioni e tangenti è possibile.
Uno Stato in cui vige il diritto e non il favore è possibile.
Forze di Polizia che proteggono i cittadini e danno la caccia ai criminali sono possibili.
Mafiosi che hanno la scorta perché hanno paura (e non i magistrati!) sono possibili.
 
E tu, Laika, quante altre cose vorresti? Quante altre cose sogni e sono alla portata? 
E tu che hai fatto la fatica di seguire questo ragionamento sin qua, cosa vorresti? Chi o cosa ti impedisce di alzarti da quella sedia ed andare là fuori a pretenderlo per te, per le persone che ami e per tanti altri perfetti sconosciuti?
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