Scrive Campetti su Il Manifesto: «Sergio Marchionne [...] ha vinto su tutta la linea. Dopo aver cooptato Cisl e Uil alla sua corte, dopo aver dettato le regole alla Confindustria con un ricatto [...], l’amministratore delegato della Chrysler-Fiat ha sbancato anche in Corso d’Italia. Incassa la resa della Cgil guidata da Susanna Camusso».  Vuoi dargli torto? Io non me la sento… così come non riesco a dar torto a Gianni Rinaldini quando, intervistato da Rocco Di Michele, afferma senza mezzi termini: «È la conferma delle voci che dicevano che il testo c’era già. Non è credibile che, in una trattativa così complicata, abbiano fatto tutto nel giro di poche ore».

Te li ricordi tutti quei burocrati che ci davano dei faziosi poco più di un annetto fa? Andavano a spiegare ai lavoratori che le tute blu della FIOM volevano distruggere la CGIL, cancellare il Sindacato dei Pensionati, etc. Quante ne abbiamo sentite…e quando noi provavamo a spiegare che la loro linea portava a rimangiarsi la scelta del gennaio 2009 di distinguersi dai sindacati complici CISL e UIL, si facevano delle grandi risate. Eravamo tutti pazzi, visionari. Anche ieri pomeriggio Susanna Camusso ascoltava con sdegno le osservazioni di Landini, Cremaschi e Rinaldini, tutte eresie secondo lei. Anzi, come diceva? «Nei giudizi che arrivano dalla Fiom ci sono affermazioni false e alcune imprecisioni». Ancora una volta siamo tutti stupidi, nessuno di noi sa leggere i testi degli accordi. Meno male che ci sono ancora questi maestri che hanno la nobiltà d’animo e la pazienza per farci entrare ancora ed ancora nella testa ciò che non vogliamo davvero far entrare altrove.
Mi ricorda ancora l’affaire Pomigliano, che noi dicevamo sarebbe stato IL modello. Non avevamo capito un’acca nemmeno lì. Guarda un po’… persino Sacconi stamattina rivendicava su La Repubblica: «Non possiamo dimenticarci che quel tavolo negoziale è stato aperto per dare certezze agli accordi aziendali».

A parte i soliti, la stampa non ha dato grande risalto a questo “Porcellum Confederale“, come lo ha battezzato Telese sul Fatto Quotidiano. La sua preoccupazione è anche la nostra: «[...] Che sindacati ormai tesi al fiancheggiamento stabile del governo reputino questa soluzione non solo sostenibile, ma persino auspicabile, non stupisce. Ma la domanda è: che diavolo ci guadagna Susanna Camusso? L’idea che la segretaria della Cgil non solo abbia voluto, ma addirittura cercato l’accordo è tanto preoccupante quanto vera. Una ratio però c’è. La Marcegaglia sogna di offrire questo patto a Marchionne per recuperare lo scisma a destra della Fiat; la segretaria della Cgil per domare lo scisma a sinistra della Fiom. Con un anacronismo stupefacente nei giorni in cui la vittoria referendaria esalta la democrazia diretta come l’arma in più della sinistra sulla destra. Partita con l’idea di tornare protagonista grazie al porcellum, con il No della Fiom la Camusso rischia di perdersi per strada due cose: o i suoi iscritti, o la più forte delle sue organizzazioni. Quella, cioè, che proprio sul terreno dei referendum alla Fiat ha dimostrato di avere più consensi delle sue tessere».

Occorre dare una risposta forte alle burocrazie sindacali, a Marchionne, al Governo, alla Confindustria. Occorre che le donne, il popolo dei referendum, i movimenti, la società civile, tutti quelli che hanno agitato le acque paludose del paese continuino la loro rivolta morale. E’ necessario che la Fiom non rimanga sola, che La CGIL che vogliamo cominci a dare gambe e fiato a quella parte della CGIL che ancora non si arrende. Per concludere, Laika, ti saluto con le ultime parole di Giacomo Ulivi, giovane partigiano fucilato dai fascisti: «No, non dite di essere scoraggiati, di non volerne più sapere. Pensate che tutto è successo perché non ne avete più voluto sapere!». 

  

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