Siamo giovani donne e uomini della Fisac Cgil, semplici rsa e dirigenti sindacali.

Ci siamo conosciuti durante l’ultimo congresso regionale dopo aver vissuto insieme in categoria la battaglia della mozione “La Cgil che vogliamo” al XVI Congresso della Cgil.

La crisi economica e finanziaria che investe il mondo capitalistico è diventata il pretesto per attaccare i diritti sociali dei lavoratori e delle lavoratrici, particolarmente in materia di protezione sociale, di diritto al lavoro, di condizioni di lavoro e di salute e sicurezza nel lavoro.

In Italia, Governo e Confindustria con la “complicità” di Cisl e Uil (nonché dell’Ugl) tentano di cancellare più di un secolo di lotte e di conquiste, prima attraverso lo smantellamento del contratto nazionale di lavoro previsto dal nuovo modello contrattuale del 22 febbraio 2009, poi, con il Ddl 1167 (cosiddetto collegato lavoro alla Finanziaria), colpendo a morte le tutele del diritto del lavoro, prima fra tutte l’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori contro il licenziamento ingiustificato. E già il ministro Sacconi annuncia il varo del provvedimento definitivo, quello Statuto dei Lavori che metterà la parola fine all’idea stessa di tutela e di azione collettiva portando a compimento il progetto di Governo e padronato di costruzione di una società neocorporativa in cui l’individualizzazione del rapporto di lavoro è la chiave per rendere ancora più flessibili e ricattabili i lavoratori.

La Cgil, non firmando l’accordo separato del 22 febbraio, aveva rinnovato in noi la speranza che a tutto questo si potesse resistere, aveva rafforzato la convinzione che il nostro impegno di sindacalisti trovasse senso nella costruzione di un modo di fare sindacato alternativo, con al centro i bisogni e la tutela di lavoratori e lavoratrici con i quali organizzare le lotte e il conflitto necessario per rispondere all’attacco del Governo.

Anche se Epifani ha già chiarito che dal 2012 la Cgil tornerà al tavolo della concertazione confederale rientrando nel ruolo di “amministratore delle diseguaglianze” che l’accordo separato prevede per il sindacato, il nostro collettivo vuole continuare a tenere viva la speranza di un cambiamento e l’idea di un sindacato programmatico e di lotta, dotandosi per prima cosa di uno strumento di discussione e di riflessione collettiva che questo blog vuole rappresentare.

Proviamo ad indicare alcuni temi di riflessione e alcuni terreni di una possibile iniziativa partendo proprio da alcune delle parole chiave che hanno contraddistinto l’ultimo congresso.

Contrattazione:

Rimane per noi centrale il tema della contrattazione; partendo dalle esperienze fatte (per la verità poche) nelle nostre aziende e nella nostra categoria vorremmo approfondire e mettere in comune conoscenze e competenze per costruire le condizioni minime per praticare l’opposizione necessaria al nuovo modello di relazioni sindacali.

Confederalità:

per citare il documento congressuale “La Cgil che vogliamo”: “La nostra idea di confederalità è fondata su un progetto di trasformazione della società che fa del principio di uguaglianza e solidarietà, della partecipazione e della democrazia, dei valori sociali e civili della nostra Costituzione, l’orizzonte di riferimento”. Il nostro sarà quindi uno spazio aperto, di informazione e magari di contro-informazione, in cui cercheremo di valorizzare le lotte, le mobilitazioni ma anche semplicemente le esperienze sindacali provenienti da altre categorie o da altri territori.

Democrazia e partecipazione:

cosa sono democrazia e partecipazione nei luoghi di lavoro e nella Cgil? Cosa erano in passato, quale futuro di democrazia e partecipazione ci attende? Pensiamo che questo sia il tema fondamentale da porre alla discussione, anche tra di noi, perché da qui sono passati e passeranno i conflitti  in futuro, in Italia e a livello europeo.

[Maggio 2010]

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