Quale futuro attende la tanto vituperata classe operaia? Come potranno gli eroi che salgono sui tetti, che vengono licenziati in tronco, messi in cassa integrazione, picchiati dai democratici manganelli della polizia padronale, “difesi” dal fumo(geno) prodotto dalle parole di Bonanni…tornare ad avere dei diritti, una dignità, un lavoro decente, insomma essere trattati come esseri umani? Brava Laika, vedo che dalla tua libreria stai andando a prendere «La guerra civile in Francia» del nostro barbuto amico tedesco…vediamo che scrive…

«La classe operaia non attendeva miracoli dalla Comune. Essa non ha utopie belle e pronte da introdurre par dècret du peuple. Sa che per realizzare la sua propria emancipazione, e con essa quella forma più alta a cui la società odierna tende irresistibilmente per i suoi stessi fattori economici, dovrà passare per lunghe lotte, per una serie di processi storici che trasformeranno le circostanze e gli uomini. La classe operaia non ha da realizzare ideali, ma da liberare gli elementi della nuova società dei quali è gravida la vecchia e cadente società borghese. Pienamente cosciente della sua missione storica e con l’eroica decisione di agire in tal senso, la classe operaia può permettersi di sorridere delle grossolane invettive dei signori della penna e dell’inchiostro, servitori dei signori senza qualificativi e della pedantesca protezione dei benevoli dottrinari borghesi, che diffondono i loro insipidi luoghi comuni e le loro ricette settarie col tono oracolare dell’infallibilità scientifica.»

(Karl Marx, <La guerra civile in Francia>, capitolo terzo, 1871)

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