Giulio Tremonti e Silvio Berlusconi (Reuters)

 

A leggere le dichiarazioni di Tremonti e della Confindustria presenti ieri alla festa nazionale della CISL viene immediatamente una colica. Di seguito riporto in corsivo le prime righe dell’articolo pubblicato su L’Unità, ma sugli altri quotidiani è uguale: “[...] Oggi «la via giusta è quella dell’economia sociale di mercato, la via giusta è quella di Pomigliano» [...] «Questo è un Paese che fa quattro chilometri di Gazzetta Ufficiale l’anno, un chilometro quadrato di regole all’anno» [...] «Abbiamo una quantità impressionante e crescente di regole, che hanno l’effetto di un blocco oltre il bisogno, di una ragnatela, che fa anche paura», ha aggiunto, sottolineando la presenza di un «labirinto di leggi», in Italia ma anche in Europa[...]“. Stessi argomenti sentiti e risentiti in questi giorni e in occasioni diverse: i padroni fan fatica a fare profitto rispettando i contratti e le leggi dello Stato, il Primo Ministro fa fatica a governare il Paese rispettando la Costituzione della Repubblica. Certo, peccato che il governo non abbia la facilità di intervento che hanno i padroni: alla Fiat basta proporre ai sindacati un accordo che deroga drammaticamente al contratto nazionale ed alla legge et voilà, il problema è risolto. E se la fabbrica chiude? La responsabilità ricade unicamente su chi non si è piegato. Bravissimi, non c’è che dire. 

Lo sai Laika che cosa prevede l’accordo? Fra le varie squisitezze, ti elenco le più dolci per il tuo fine palato canino: 

1. realizzazione di 18 turni settimanali di lavoro sulle linee di montaggio;
2. 120 ore di straordinario obbligatorio;
3. possibilità di derogare alla legge che garantisce pause e riposi in caso di lavoro a turno;
4. riduzione delle pause dagli attuali 40 minuti a 30 minuti per ogni turno;
5. possibilità di comandare lo straordinario nella mezz’ora di pausa mensa per i turnisti;
6. sanzioni disciplinari nei confronti delle Organizzazioni sindacali che proclamano iniziative di sciopero e – sanzioni nei confronti dei singoli lavoratori che vi aderiscono, fino al licenziamento;
7. facoltà di non applicare le norme del Contratto nazionale che prevedono il pagamento della malattia a carico dell’impresa. 

Mi spiego? Il diritto di sciopero, a casa mia, è un diritto individuale, del singolo cittadino e questo non lo dice la FIOM, lo dice l’articolo 40 della Costituzione! E sulla malattia, che mi dici? Lo sai che già da tempo la Marcegaglia tuonava contro i fannulloni che si mettono in mutua protetti soltanto dalla CGIL, vero? 

Tutto questo accade nello stesso paese che ha quasi 7 mln di lavoratori che guadagnano meno di 1000 euro al mese, con il 72% dei pensionati nelle stesse identiche condizioni, con un esercito di precari che non ha NESSUNA prospettiva di futuro, in altre parole con i salari più bassi e la pressione fiscale più alta d’Europa. Certo, c’è anche chi non la sente affatto la pressione… 

Mi viene un dubbio tremendo: se Berlusconi dice che è giusto evadere e che governare nel rispetto delle leggi è un gran casino, se Tremonti dice che le leggi sono un ostacolo per le imprese, se i padroni chiedono apertamente ai sindacati di buttare nel cesso i contratti, la costituzione e lo stato di diritto va tutto quanto benone. Anzi, è LA strada da seguire. 

Se io ora, qui, scrivessi provocatoriamente che la legge inizia a stare stretta a quei milioni di italiani citati sopra, che tirano avanti la Carretta-Italia, mentre gli altri se la godono, se dicessi che non mi scandalizzerei poi molto se questi scegliessero vie diverse e non propriamente legali per tirare a campare, questo non suonerebbe vagamente come eversivo? Non diresti magari Laika che la mia è istigazione a delinquere

Sulle T-Shirt dei lavoratori campani della Fiat sta scritto “Pomigliano non si piega“. Questa mattina, invece, la Reuters riporta “[...] La Fiat continua a guidare l’indice sulle attese che anche l’ultima sigla sindacale dica sì all’intesa, anche alla luce delle aperture fatte ieri dal segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani [...]“. Spero che ad Epifani non vengano cattive idee. Questo è il momento di unire i lavoratori (e non le sigle), di far sentire ai metalmeccanici che tutti quanti capiscono quanto sia delicata la fase, che perdere oggi a Pomigliano significa consegnare ai padroni una vittoria di portata STORICA, cancellando di fatto e con una sola firma 50 anni di conquiste. 

Luca Cordero di Montezemolo e Sergio Marchionne

 

Ti capisco Laika: anche io sono un po’ stanco di sentire Epifani che fa qualche timido attacco al governo e mai al padronato, mai alla Confindustria. Tu sei maliziosa, lo so, e ci vedi un input DEL partito: l’uomo della provvidenza per il dopo Berlusconi sembra essere, guarda caso, Luca Cordero di Montezemolo. C’è da buttare giù il grande dittatore, al Partito Democratico non piace l’idea di uno scontro diretto con gli industriali. Che dici? Ah, ti sembra coerente con le famose “alleanze” a geometria variabile di cui tanto ha parlato la maggioranza al congresso CGIL? Beh, spero proprio di no. 

Concedimi, in un momento tanto drammatico per il mondo del lavoro, di citare un vecchio compagno caro ad entrambi: “La questione del pane può essere rinviata ma quella della primavera è sempre all’ordine del giorno“. Non si abbandona una battaglia solo perchè é dura, solo perchè ci spaventa. Un avversario grande e terribile si affronta in un solo modo: lo si combatte con tutta la forza che si ha. Aspettarlo e farsi sbranare non è un’idea accettabile.

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