“Dal vangelo secondo luca: una volta accadde che un uomo molto ricco morì lo stesso giorno in cui mori il mendicante di quella città. Quel mendicante si chiamava Lazzaro. Il ricco andò direttamente all’inferno e Lazzaro direttamente in paradiso. Il ricco guardò in alto e vide che Lazzaro sedeva proprio a fianco di Dio per cui urlò disperato dal cielo: “Qualcosa non funziona! Io dovrei essere lì e quel mendicante di Lazzaro essere qui!”
Dio rise e disse: “coloro che sono gli ultimi saranno i primi e coloro che sono i primi saranno gli ultimi. Tu hai goduto a sufficienza nell’essere primo, ora lascia che sia Lazzaro a goderne un po’”.
Il ricco era riarso dalla calura – ovviamente all’epoca non esisteva l’aria condizionata – il caldo lo bruciava letteralmente e la sete lo divorava. Per cui si rivolse di nuovo al cielo con un urlo disperato: “Signore, per favore, manda Lazzaro con un po’ d’acqua, sono assetato”.
E Dio disse: “Molte volte Lazzaro si è ritrovato allo stremo delle forze di fronte casa tua e tu non gli hai mai dato nulla. Stava morendo fuori dalla porta e in casa tua banchettavate ogni giorno, gli invitati erano tantissimi, ma lui non fu mai fatto entrare; i tuoi servi lo scacciavano, perchè avere un mendicante fuori dalla porta non era qualcosa di dignitoso da mostrare. I tuoi servi l’hanno sempre scacciato, eppure era affamato, mentre non lo erano coloro che venivano invitati ai tuoi banchetti. Tu non l’hai mai degnato di uno sguardo… ora è impossibile che Lazzaro ti possa aiutare“.
E si dice che a quel punto Lazzaro rise.

Questa parabola, che è per molti un ricordo o tuttalpiù un rimando al tempo in cui eravamo bambini, riletta oggi, ci si accorge immediatamente che conserva quella stessa purezza di pensiero che distingue quegli anni da quelli a venire. Ma oggi che siamo cresciuti constatiamo che i poveri sono ancora fuori dalla porta, se non peggio preventivamente respinti appena si avvicinano; in balia di un meccanismo per il quale è stata sufficiente l’insolvenza di una parte dei contraenti dei mutui per le case negli Stati Uniti a far tremare le banche di tutto il mondo, e con esse le prospettive di riscatto dall’indigenza delle popolazioni del Sud del mondo, la forbice già drammatica delle disuguaglianze sociali che gravava sulle popolazioni più deboli aumenta e rischia di intensificare i fenomeni migratori, così come rischiano di intensificarsi gli scontri ideologici che danneggiano il dialogo in favore della violenza. Per contro, mentre la ricchezza e il suo culto, grazie anche alla spinta verso la finanziarizzazione, hanno raggiunto negli ultimi tempi vertici mai toccati, i denari hanno perso qualsiasi attinenza con la realtà, grazie al sistema della riserva frazionaria e sganciati dalla convertibilità in oro con l’abolizione del sistema del gold exchange standard, sono diventati qualcosa di immateriale, numeri su terminali. Fluttuanti quanto volatili e spesso legati al malaffare non sono in grado di definire il merito, viste le sproporzioni di compensi ben presenti a tutti, e men che mai capaci di assicurare dignità ai Lazzaro dei nostri giorni.
E si dice che a quel punto Lazzaro di nuovo rise.
E sembra che ancora rida, guardandoci dall’alto, mentre il “ricco epulone“, che vestiva di porpora e bisso, qui in terra è ancora in paradiso.
 
fonti: OSHO “L’arte del mutamento”, Gian Paolo Patta “Crisi? Per chi? Il lavoro dimenticato” , YouTube

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