Da quando in qua guardare i Simpson farebbe parte dell’addestramento? Vabbé, devo ammettere che in parte ne sono compiaciuto, hai ottimo gusto per i cartoons. Mi dici che la puntata di ieri sera è stata memorabile, con la famiglia più “americana” d’America che gira per il mondo, ma non hai capito il senso di quel passaggio in Cina, quando Homer si imbatte in una targa che recita: “Piazza Tiananmen:
in questo posto, nel 1989, non accadde nulla”.
Sarà anche il secolo scorso per il resto del mondo ma per la mia generazione è ieri. Tra aprile e giugno del 1989 in Cina ci fu una protesta molto ferma degli studenti alla quale il governo di Pechino rispose con una dura repressione, la legge marziale ed i famosi carri Tipo 59. Quante volte l’hai vista l’immagine più celebre della rivolta? Quella ripresa il 5 giugno, con lo sconosciuto che se ne sta in maniche di camicia, con una sporta di plastica in una mano, la giacchetta piegata nell’altra, fermo davanti alla colonna di tanks. Loro provano a girargli intorno ma niente, non c’è verso di passare. Gli obiettivi dei reporters stranieri immortalano la scena da centinaia di metri di distanza, testimoni oculari dell’impari lotta fra il piccolo Davide e l’ottuso Golia. Cose da pazzi. O no?

Com’è finita, mi chiedi? Non se ne sa molto ma non è fondamentale. Dopo tutto, un’immagine vale più di mille parole, non è vero? Forse da voi, nel mondo dei quadrupedi, certi problemi non ci sono. Ma nell’evolutissimo mondo umano capita spesso di essere in piedi davanti al carro. Ti capita soprattutto quando sei giovane e certe imposizioni fai fatica a digerirle e a tollerarle. Succede dappertutto: in famiglia, nelle fabbriche, nelle scuole, nei cantieri, nelle banche e nei negozi. Quando esprimi una posizione differente, critica, questo disturba il manovratore e destabilizza le masse. Un fenomeno pericolossissimo per l’establishment al potere, di qualunque matrice esso sia. Sei acuta Laika, certo, anche nel sindacato ti trovi quelli sul carro armato, come no. Ricordo un tizio, mesi fa, che disse: “Non faremo prigionieri“. Ora, a congresso concluso, si trova segretario generale di una categoria. Mi ricordo altri, pure loro arroccati a difendere il potere contro qualunque forma di pensiero differente. Come vedi nemmeno noi siamo immuni da certi brutti virus.

Sai che ti dico? Non mi interessa poi molto, non siamo più ragazzini ed è inutile fare le verginelle. Le persone di questo tipo esistono ed esisteranno sempre: è il potere che rende conservatori, a qualsiasi livello. Qui sta la chiave: siamo noi che dobbiamo fare la nostra parte, cara Laika. Il nostro compito, se davvero siamo diversi, se davvero abbiamo un’idea di società alternativa, è quello di spingere quel modello, non soltanto essere testimoni ma piuttosto gli architetti, i fabbri ed i falegnami che costruiscono ogni giorno una civiltà diversa, libera, solidale, sostenibile, progredita, laica, fatta da eguali.

Ridi, ridi, chiamala pure utopia, se vuoi ma per me è la sola strada percorribile e intendo cominciare subito un cammino che non può più essere procrastinato. Verrai con me?

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